LE EMOZIONI IN MEDICINA CINESE

Uno dei temi più affascinanti di cui si occupa la Medicina Tradizionale Cinese sono le emozioni. Fin dai tempi più antichi i cinesi hanno studiato le emozioni e le hanno messe in relazione con i Cinque Movimenti e gli organi ad essi collegati. L’argomento è estremamente vasto e complesso, per cui preciso che questo articolo vuol essere solo una breve introduzione e, possibilmente, uno stimolo all’ approfondimento. Innanzitutto, dobbiamo sapere che in ognuno cinque organi alberga una particolare forma di energia mentale o anima psichica.  Lo Shen propriamente detto è riferito alla mente -Cuore, lo Hun al Fegato, il Po al Polmone, lo Yi alla Milza e lo Zhi al Rene. Lo Shen armonizza le emozioni, governa la coscienza e permette la percezione; lo Shen è precedente allo yin e allo yang, è il fondamento della vita. È conservato nel Cuore e la vitalità di una persona si vede dallo Shen degli occhi. Dallo Shen dipendono intelligenza, consapevolezza e coscienza; esso armonizza e governa il mondo affettivo. Hun rappresenta l’anima eterea ed è legata al movimento Legno, che rappresenta lo yang che cresce, la primavera; poiché si proietta all’esterno, allo Hun è collegato il coraggio. Allo Hun sono legati i sogni e di notte può vagare. Alla morte si disperde fluttuando e torna al cielo, al contrario dell’ anima Po, legata al Polmone e al movimento Metallo, che alla morte torna alla terra. In realtà, Po e Hun sono strettamente legati; come lo yin nutre lo yang e lo yang muove lo yin, così Po e Hun sono opposti ma complementari e inscindibili. Po è anche ciò attraverso cui il corpo ci mette in relazione col mondo esterno. Yi è l’anima della Milza, è espressione del movimento Terra; si potrebbe tradurre sia con idea che con intenzione. Lo Yi fisiologicamente rappresenta il pensiero, si pone perciò al centro di tutti gli altri organi. Infine, lo Zhi, collegato al Rene ed espressione del movimento Acqua. A Zhi vengono associate varie accezioni, ma soprattutto la volontà; spesso viene messo in relazione con lo Yi e considerato una sorta di Yi concentrato. Sono riferiti a Zhi la concentrazione e la stabilità, da cui derivano fermezza, determinazione, volere e decisione.  Alla volontà, intesa come capacità di decidere ed iniziare una certa azione, si sovrappone la capacità di perseguire uno scopo e realizzare le intenzioni.

Ciò di cui abbiamo parlato si riferisce alle cinque emozioni (wuzhi) fisiologicamente in equilibrio energetico. Al Cuore corrisponde la gioia, al Fegato il coraggio, al Polmone la riflessione, alla Milza il pensiero e al Rene la volontà. Ma queste emozioni possono anche esprimere un contenuto patologico. Esse sono innanzitutto un movimento del Qi e la patologia è la conseguenza di un disordine dei movimenti fisiologici del Qi, per cui le emozioni possono colpire Qi, sangue e organi. Per il Cuore e l’anima psichica Shen, l’emozione patologica è l’euforia, una sorta di gioia eccessiva e immotivata, un essere sempre sopra le righe; in genere caratterizza persone iperattive e piene di impegni, che sono agitate internamente, hanno difficoltà a concentrarsi e dormono male. Allo Hun e al Fegato abbiamo associato il coraggio, perché il Legno rappresenta il passaggio dallo yin allo yang, il movimento verso l’esterno; analogamente, si esprime l’emozione patologica, la collera. In questo caso, però, il Qi sale in maniera anomala, eccessiva, e il respiro si fa corto; come causa scatenante, possono esserci anche piccole cose che non vanno per il verso giusto, magari di scarsa importanza, ma destabilizzanti. La collera può essere anche solo un’ insofferenza, ma sempre pronta a scattare. All’anima psichica Po, appartenente al movimento Metallo ed espressione del Polmone, corrisponde la tristezza come emozione patologica; questa si accompagna al dolore, che consuma il Qi e la vita stessa. La stagione di riferimento del Metallo è l’autunno, quando la natura si ritira su stessa e tanti animali vanno in letargo; nello stesso modo, molti esseri umani soffrono di malinconia e di un’ angustia diffusa che è la pena della vita. Queste persone sono inclini al pianto, non hanno voglia di agire e sono preda della depressione. Passiamo all’ anima psichica Yi, appartenente alla Milza e al movimento Terra. Il pensiero in quanto riflessione, momento in cui si elaborano sensazioni e percezioni è frutto di un corretto movimento del Qi, ma se questa funzione è eccessiva, diventa preoccupazione e danneggia il Qi. Ecco allora che il pensiero si trasforma in rimuginazione eccessiva che, a livello somatico, si manifesta con sintomi di oppressione, gonfiore e pesantezza. Infine, abbiamo l’anima psichica Zhi, espressione del Rene e del movimento Acqua. L’emozione patologica collegata è la paura, da non confondersi con lo spavento, che è temporaneo; la paura, invece, non si può risolvere e se diventa grave colpisce lo Shen e indebolisce il Cuore. Mentre lo spavento è la risposta a una minaccia improvvisa e reale, la paura è il timore che possa succedere qualcosa di pericoloso, di quello che può riservarci il futuro, più che di qualcosa di specifico. La paura è uno stato d’inquietudine permanente, l’avere sempre il cuore in gola. La paura può essere sia uno stato di profonda agitazione che si presenta quando una persona cara è in ritardo, che un vero e proprio attacco di panico.

Naturalmente, tutta la parte teorica delle emozioni è di grande utilità per il trattamento delle patologie psichiche, che per la Medicina Cinese non può prescindere dalle pratiche di nutrimento della vita- yangsheng.

25 gennaio 2024

IL CICLO CIRCADIANO IN MEDICINA CINESE

In Cina il giorno non è fatto di ventiquattr’ore , ma di dodici, perché ogni ora è in realtà doppia rispetto alle nostre; il ciclo circadiano di conseguenza copre un arco di dodici ore cinesi. Il Qi, la nostra energia, compie un percorso in questo lasso di tempo che interessa tutti i dodici meridiani principali, sei relativi agli organi e sei ai visceri loro associati. Il giorno non nasce a mezzanotte, come per noi, ma alle tre di notte perché è a quell’ora che l’energia nutritiva (Ying Qi) entra nel meridiano del Polmone per dare inizio alla circolazione nictemerale. Il flusso del Qi negli organi e nei visceri non è uniforme durante la giornata, ma ha punte massime e minime; vediamo come funziona. Dalle tre alle cinque di notte, l’energia del Polmone raggiunge il suo massimo energetico, dopodiché nelle ore successive diminuisce gradualmente fino a toccare il minimo energetico dodici ore dopo, in base alla legge dello Yin e dello Yang. Lo stesso meccanismo vale ovviamente per tutti gli altri organi e visceri. Così, dalle cinque alle sette il massimo energetico sarà raggiunto dall’ Intestino Crasso, dalle sette alle nove dallo Stomaco, dalle nove alle undici dalla Milza, dalle undici alle tredici dal Cuore, dalle tredici alle quindici dell’Intestino Tenue, dalle quindici alle diciassette dalla Vescica Urinaria, dalle diciassette alle diciannove dal Rene, dalle diciannove alle ventuno dal Ministro del Cuore o Pericardio, dalle ventuno alle ventitré dal Triplice Riscaldatore, dalle ventitré all’una dalla Vescicola Biliare e dall’una alle tre dal Fegato. Dopodiché, inizia dal Polmone un nuovo ciclo. Da notare, nella sequenza del ritmo circadiano il rapporto esistente tra organi e visceri; infatti l’organo Polmone è seguito dal suo viscere Intestino Crasso; al viscere Stomaco segue il suo organo, la Milza; poi il Cuore è seguito dal suo viscere Intestino Tenue; al viscere Vescica segue il suo organo Rene, all’organo Ministro del Cuore o Pericardio segue il viscere Triplice Riscaldatore; al viscere Vescicola Biliare o cistifellea segue l’organo Fegato. Quindi lo schema è: organo-viscere; viscere-organo; organo-viscere; viscere-organo, ecc.
Il ciclo circadiano, in Medicina Cinese, è di fondamentale importanza sia da un punto di vista diagnostico che terapeutico. Per esempio, se un mal di testa peggiora generalmente verso la mezzanotte, potremmo valutare un’alterazione circolatoria del meridiano di Vescicola Biliare, perché questo viscere a quell’ora raggiunge il suo massimo energetico. Da punto di vista terapeutico, potremmo lavorare in tonificazione nelle ore di minimo energetico e in dispersione in quelle di massimo.

MEDITAZIONE

Cos’è?

La meditazione è una pratica psicofisica millenaria, tradizionalmente patrimonio delle religioni e delle filosofie orientali, ma conosciuta anche in Occidente.

Sotto il termine meditazione vengono fatte rientrare pratiche molto diverse tra loro, ed alcune sembra proprio difficile catalogarle come meditative in senso classico. Mi limiterò qui a ricordare le più importanti: la meditazione vipassana, quella zen, la meditazione yoga e  la mindfullness.

Vipassana, nell’ antica lingua indiana Pali, significa vedere le cose in profondità, come realmente sono. Si fa risalire direttamente al Buddha e insegna a distinguere ciò che appare da ciò che è, a capire la vera essenza della realtà. Lo scopo della vipassana è lo stesso delle altre forme di meditazione: raggiungere la felicità attraverso l’illuminazione. La meditazione Zen è la versione giapponese del buddhismo Chan, introdotto in Cina dal monaco indiano Bodhidarma (Ta-Mo in cinese, Daruma in giapponese) circa millecinquecento anni prima di Cristo. La leggenda vuole che  Bodhidarma si sia fermato alcuni anni al Tempio di Shaolin dove insegnò ai monaci il buddhismo Chan e le arti marziali. Fu però nel XIII secolo che in Giappone lo Zen si affermò grazie al monaco Eihei Dogen, e da allora caratterizza tutti gli aspetti della cultura del Paese. La meditazione yoga è diversa a seconda delle scuole di appartenenza: Hatha, Ashtanga, Kundalini, ecc. In realtà, il significato originale del termine sanscrito yug è unione dell’ anima con Dio, per cui le tecniche e il loro scopo sono finalizzate a realizzare questa unione, il samadhi, l’estasi. Infine, la mindfulness è una pratica adottata oggi nelle terapia psicologica, mutuata dalla concezione buddhista della mente. Il termine inglese significa consapevolezza di sé, con l’attenzione alla realtà nel momento presente, in maniera oggettiva e distaccata. Come nel buddhismo, per la mindfulness la sofferenza deriva da una falsa visione della realtà, che può essere corretta dalla meditazione. Se il fine ultimo dell’autentica meditazione yoga è l’unione dell’ anima con Dio, la mindfulness è del tutto laica.

Quindi, con lo stesso termine si intendono pratiche molto diverse tra loro. Tuttavia, ci sono effetti comuni molto importanti che possono essere così sintetizzati:

–         La regolazione della produzione di cortisolo, ormone dello stress

–         La riduzione della noradrenalina

–         L’aumento della serotonina

–         L’aumento del testosterone

–         Un rilassamento profondo

Miglioramenti significativi delle pratiche meditative sono stati sperimentati su malattie quali l’aterosclerosi, le malattie cardiovascolari, l’ipertensione, l’ansia, la depressione, l’asma, il colon irritabile.

Ci sono poi gli effetti psicologici della meditazione, come lo sviluppo della pazienza, la promozione di un atteggiamento non giudicante, lo sviluppo della responsabilità personale, ecc.

La meditazione si è anche rivelata un ottimo strumento di riabilitazione, .a partire dalle carceri.

3 gennaio 2024