Storia dello Shiatsu

Lo Shiatsu ha origini antichissime ma la sua codificazione come precisa tecnica corporea risale a tempi relativamente recenti. I primi interventi attuati in Giappone con una tecnica manuale di tipo pressorio a cui viene dato il nome di Shiatsu, risalgono infatti al periodo tra il 1910 e il 1920, ed è sempre in quegli anni che viene pubblicato il primo libro, intitolato “Shiatsu Ho”, ad opera di Tamai Tempaku. Il riconoscimento ufficiale di questa disciplina avverrà comunque più tardi, nel 1955, ad opera del Ministero della Sanità giapponese.

Nonostante la nascita relativamente recente e la sua matrice giapponese, in realtà questa Arte affonda le sue radici nell’antica cultura medica estremo-orientale e trae origine dalle arti manipolatorie cinesi come l’am-ma, l’an-fa e il tui-na, praticate per la cura della salute già a partire dal 2.500 – 3.000 a.C. Lo Shiatsu si differenzia da queste forme per la staticità della pressione che viene portata perpendicolarmente alla superficie del corpo trattata; non esistono pertanto nello shiatsu sfregamenti, impastamenti, ecc.; le pressioni entrano in profondità senza scivolare sulla pelle e producono uno stimolo a cui l’organismo della persona trattata “risponde”, recuperando e manifestando “dall’interno” le proprie risorse vitali (e questo è uno dei motivi per cui non è corretto definirlo massaggio).

L’evoluzione e sviluppo dello Shiatsu come lo conosciamo oggi inizia dunque in Giappone agli inizi del 900 diffondendosi rapidamente grazie alla sua grande efficacia. Alcuni dei primi esponenti dello Shiatsu furono di fondamentale importanza per la crescita dello Shiatsu come Arte per la Salute e s’impegnarono attivamente nella sua diffusione, creando scuole di formazione e studio dove diedero vita a differenti stili di Shiatsu. Tra questi ricordiamo in modo particolare Tokujiro Namikoshi e Shizuto Masunaga, che diedero vita rispettivamente allo stile Namikoshi e allo Zen Shiatsu.

Lo Zen Shiatsu

Negli anni ’60 Shizuto Masunaga, psicologo dell’Università di Tokyo e allievo di Namikoshi, fondò una sua scuola, lo Iokai Shiatsu Institute. Masunaga sviluppò una nuova visione dello Shiatsu come conosciuto fino a quel momento, operando una profonda trasformazione grazie all’integrazione dei suoi studi di psicologia e Medicina Tradizionale Cinese. Nel suo sistema viene infatti recuperato parte dell’enorme bagaglio teorico-pratico della Medicina Tradizionale Cinese, che era stato tralasciato dai suo predecessori per presentare lo Shiastu in modo più “occidentale”. Masunaga raffinò anche i metodi di valutazione dello stato di salute del ricevente ed approfondì i principi di trattamento per rendere più efficaci le tecniche impiegate. Inoltre Masunaga diede un grande rilievo all’atteggiamento interiore dell’Operatore Shiatsu e alla comunicazione non-verbale che il suo tocco stabilisce con il ricevente. Masunaga chiamò il sistema da lui sviluppato Zen Shiatsu, ispirandosi al buddismo Zen e al suo approccio diretto, semplice ed elegante alla comprensione della realtà.

Da Masunaga al giorno d’oggi

Negli anni settanta lo Shiatsu si diffuse in America e in Europa, raggiungendo anche l’Italia dove trovò un ambiente particolarmente favorevole alla propria diffusione e sviluppo.
Grazie anche alla sua diffusione globale lo Shiatsu presenta una grande dinamicità, infatti nuovi approcci e metodologie continuano ad essere sviluppati. Al giorno d’oggi esistono numerosi stili e approcci, alcuni si concentrano maggiormente sulla pressione dei punti, mentre altri sottolineano il lavoro più generale sul corpo o lungo i meridiani per influenzare il Ki che scorre in loro. Anche i fondamenti teorici e filosofici sono vari ed anche i metodi di valutazione, ma l’essenza dello Shiatsu è sempre mantenuta e si basa su una modalità di contatto corporeo molto raffinata e il suo straordinario potere di migliorare la qualità della vita.

Cos’è il Tui Na

Il Tui Na è il massaggio della Medicina Tradizionale Cinese, che agisce sui meridiani e sugli agopunti con vari tipi di manipolazione, sciogliendo i blocchi energetici causa di molti disturbi. Il Tui Na contribuisce ad armonizzare Yin e Yang, a regolare la funzionalità degli organi e dei visceri, a migliorare la circolazione dell’energia (Qi) e del sangue e ad incrementare la mobilità articolare.

IL TUINA PUO’ ESSERE, IN MOLTE SITUAZIONI, UN VALIDO AIUTO ALLE TERAPIE CONVENZIONALI, PER ESEMPIO NEI CASI DI:
STRESS E TENSIONE NERVOSA (mal di testa, insonnia e nevrastenia, cervicalgia e cervico-artrosi)
TRAUMI ( regione cervicale, spalla, torace, legamenti collaterali interni, malleolo)
REUMATISMI E PATOLOGIA ARTICOLARI (periartrite scapolo-omerale, patologia del gomito, del polso, della mano e delle dita, del ginocchio, mialgia del polpaccio)
MAL DI STOMACO (gastralgia, distensione addominale)
DIARREA E STITICHEZZA
MAL DI SCHIENA (lombalgia, discopatia lombare, sciatalgia)
DISTURBI RESPIRATORI
DISTURBI MESTRUALI
DISTURBI DEI BAMBINI E PREVENZIONE DI PROBLEMI DIGESTIVI, RESPIRATORI E COLLEGATI AI CAMBIAMENTI DI STAGIONE.
TABAGISMO (riflessologia auricolare per chi vuol smettere di fumare)

Il Tai Chi Chuan o Taiji Quan

Come nasce

Il Tai Chi Chuan ha origini molto antiche che si fanno risalire al monaco taoista Zhang Sanfeng, vissuto nel XIII secolo. La leggenda vuole che egli osservasse il combattimento tra una gazza e un serpente e notasse come questo sfuggisse abilmente agli attacchi dall’alto della gazza con movimenti morbidi e fluidi. Di qui l’intuizione per una forma di combattimento basata non sulla forza  ma su un diverso uso del corpo basato sull’energia interna e sullo sfruttamento della forza dell’avversario.

Nel XX secolo, in molti casi, quest’arte ha progressivamente perso il suo carattere marziale per divenire una forma di danza dolce ed elegante: l’aspetto estetico ha soppiantato quello originario privando il Tai Chi Chuan di ogni contenuto energetico e marziale.

Il nostro approccio

Nella nostra Scuola, invece, preserviamo le caratteristiche originarie di questa disciplina. In tal modo, la “forma”, cioè il susseguirsi di movimenti che rappresentano tecniche di difesa e contrattacco contro un avversario virtuale, ha un senso e serve a qualcosa.

Ci occupiamo di insegnare il Tai Chi Chuan nella sua totalità. Lavoriamo sull’aspetto più ginnico ed esterno della disciplina, ma anche sull’aspetto “interno”, rappresentato dal potenziamento dell’energia (qi) che scorre nei canali del nostro corpo (i meridiani, secondo la Medicina Tradizionale Cinese). Ovviamente è nostro impegno trattare anche il Tai Chi Chuan come arte marziale.

Il lavoro si basa soprattutto sullo studio e l’analisi di una sequenza di movimenti lenti ed armoniosi, definiti col nome di “forma”. In questo modo l’allievo riesce ad apprendere come usare al meglio il corpo, come muovere il suo qi e come usare le tecniche marziali.

In questo modo chi è interessato prevalentemente all’aspetto relativo alla salute sentirà rinvigorito l’intero organismo,  acquisirà un miglior funzionamento delle articolazioni ed una maggiore elasticità di tutto il corpo; inoltre, accrescerà il livello di rilassamento generale con grande beneficio della psiche e del coordinamento mente-spirito.
Se poi è interessato anche all’aspetto marziale, avrà appreso delle tecniche di autodifesa tanto più utili quanto più sfruttabili soprattutto nei confronti di chi è più grande e forte. Sotto questo aspetto, il Tai Chi Chuan è particolarmente indicato per le donne in quanto ci si basa sul fondamento per cui la forza fisica non è assolutamente l’aspetto centrale.

GLI STILI

Uno dei due stili di Tai Chi che viene praticato nella nostra Scuola è quello di Wang Shu Jin, detto anche Stile della Sintesi Autentica perché raccoglie in sé sia elementi di altri stili (Yang, Chen e Wu) che di altre arti marziali interne cinesi (Xing-Yi Quan e Bagua Zhang).

Il Grande Maestro Wang Shu Jin (1904-1981), che elaborò questo stile, fu allievo negli anni trenta di Chang Chao Tung, uno dei più forti combattenti della Cina del Nord; alla sua morte, Wang passò a studiare prima con Hsiao Hai Po a Pechino, poi con Wang Xiang Zhai, il creatore dell’Yi Quan, a Tiensin. Da qui, alla vigilia della presa del potere di Mao Tse Tung, si trasferì a Taiwan, dove incontrò Chen Pan Ling (1890-1967).

Qui Wang Shu Jin creò un suo stile, nel quale c’è un recupero del Tai Chi Chuan come arte marziale e i passaggi della forma sono applicabili in combattimento; estremamente interessante lo studio delle posture e della forza interna che attraverso la gestione del qi il praticante di questa forma può esprimere.

L’altro stile praticato nella nostra Scuola è il Taiji gong del M. Ma Litang, insegnato oggi dalla figlia dottoressa Ma Xu Zhou, massimo esponente mondiale della Medicina Cinese in campo oculistica. Questa forma fu elaborata da Ma Litang sulla base delle sue esperienze nelle arti marziali, nel Qigong e nella MTC. Questa forma di Tai Chi ha un effetto calmante e riequilibrante  sul sistema nervoso centrale. Altri effetti terapeutici sono: miglioramento dell’equilibrio,  della funzione digestiva, della capacità respiratoria, della funzione cardiaca, delle capacità mentali e dell’auto coscienza del proprio corpo.

Cos’è il Qi Gong

Cos’è?

Il Qi Gong è una disciplina antichissima, le cui radici risalgono a migliaia di anni fa e che nel corso dei secoli è stato codificato in esercizi diversi a seconda degli stili e dell’estrazione religiosa da cui le differenti pratiche hanno avuto origine (taoista, buddista, confuciana, medica, marziale). Pur senza prescindere da tali elementi, che ne costituiscono una componente inscindibile, il Qi Gong oggi ha essenzialmente una valenza terapeutica, essendo considerato a pieno titolo una branca della Medicina Tradizionale Cinese (MTC).

Secondo la MTC, il corpo è attraversato da una serie di canali o meridiani, nei quali scorre l’energia vitale (qi); quando questa incontra degli ostacoli e il flusso dell’energia si blocca, insorge la malattia. Scopo comune dell’agopuntura, del massaggio Tuina e delle ginnastiche energetiche è rimuovere questi ostacoli e ristabilire il corretto fluire del qi in tutto l’organismo.

Come funziona?

Il Qi Gong consiste in esercizi che non richiedono sforzi fisici o doti particolari ma che anzi sono caratterizzati da movimenti lenti o addirittura da posizioni statiche associate ad una corretta respirazione. A differenza delle ginnastiche occidentali, con il Qi Gong si lavora soprattutto sull’interno del corpo, mediante la mobilizzazione dell’energia, così che a trarne beneficio sono sia gli organi interni che il metabolismo e il sistema nervoso. Il Qi Gong è infatti caratterizzato da un profondo rilassamento psicofisico e praticarlo vuol dire lavorare su se stessi per rinforzare le difese immunitarie, prevenire le malattie e migliorare il proprio benessere generale facendo ricorso alle risorse del proprio organismo.

I benefici

In Italia il Qi Gong è affiancato alle terapie tradizionali all’Istituto dei Tumori di Genova; corsi di ginnastica medica cinese per la terza età hanno dato ottimi risultati in problemi relativi a osteoporosi, digestione, evacuazione, respirazione, circolazione e funzioni epatiche.

Se lo scopo immediato del Qi Gong è il miglioramento del proprio stato di salute, il fine ultimo è quello del raggiungimento di un superiore stato spirituale. Questo obiettivo non ha niente di esoterico né di religioso, perché è legato ad un alto livello energetico, potenzialmente raggiungibile da chiunque, che permette un mutamento del livello di coscienza.

In altre parole, il Qi Gong può aiutare a migliorare la nostra esistenza non solo dal punto di vista fisico, aiutandoci a considerare con maggior distacco le vicende della vita e a migliorare il rapporto con se stessi e con gli altri.

Il Qigong che pratichiamo alla Scuola Shen Ming fa riferimento agli insegnamenti dei Maestri piú  illustri, di alcuni dei quali Fabrizio Bencini è o è stato allievo diretto. Citiamo Li Xiao Ming, Ma Xu Zhou, Toshihiko Yayama, Jeffrey Yuen, Zhang Guande.